
DIRITTI E BIOETICA
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” Articolo 32 della Carta Costituzionale.
I principi e i valori che, sin dall’antichità, hanno governato la pratica professionale della medicina (attraverso i giuramenti e i codici deontologici) obbligavano il medico ad agire sempre per il massimo beneficio del paziente, vietando qualsiasi intervento che potesse arrecargli danno o che andasse contro i valori morali prevalenti nella società. Naturalmente, i contesti culturali erano diversi, quindi anche i criteri e i valori. L’etica medica antica metteva l’accento sul carattere e le virtù richieste al medico che esercitava l’arte. Egli doveva avere un certo portamento, che ne definisse il profilo o stile professionale.
Noi ci prefiggiamo di guardare e trattare questi due aspetti fondamentali della medicina, DIRITTI E BIOETICA, dal nostro punto di vista, cioè quello di una forza di centro-sinistra progressista capace di stare al passo con i tempi.
GLI OBIETTIVI DEL TAVOLO:
Sensibilizzare il tema EQS (equality, quality, social responsibility) il nostro sistema sanitario deve essere rifondato su questo modello, ogni cittadino deve davvero avere lo stesso diretto nell'accedere alle cure sanitarie, costi chiari e uniformati tra tutte le regioni da nord a sud (revisione del titolo V), fine ultimo riuscire a rapportare i dati della patologia con quelli del welfare per avere una visione più completa e realistica sia della malattia che del paziente da trattare.
Legge 194, sono ormai passati 40 anni dall'approvazione della legge ma nonostante questo nel nostro paese è ancora troppo difficile avere una IVG (interruzione volontaria della gravidanza), in alcune regioni è letteralmente impossibile e questo costringe donne che già stanno vivendo un momento difficile emotivamente ad affrontare dei veri e propri viaggi della speranza per andare in altre regioni ad abortire. Un modello virtuoso da seguire è quello della Regione Lazio con Zingaretti, dove con un bando pubblico all'ospedale San Camillo sono stati richiesti espressamente medici NON obiettori per rimpiazzare due colleghi NON obiettori andati in pensione. Vogliamo inoltre creare una mappatura su base nazionale di tutte le strutture che forniscono questo sacrosanto diritto. Noi ci schieriamo fermamente dalla parte delle donne che si vedono spesso negate un diritto che dovrebbe essere dato per assodato, e che troppo spesso, sono osteggiate da un’obiezione non sempre palese. Pensiamo quindi di doverci fare da portavoce per il nostro territorio e di dover non solo stimolare le Aziende Sanitarie Locali e le istituzioni a fare il possibile per rendere il percorso delle donne che ricorrono alla “pillola abortiva” o all’IVG, il più agevole possibile, ma anche al pensare ed al mettere in atto nuovi strumenti, proposte e campagne di comunicazione.